Il dr. Angelo Porreca: “Da due anni è disponibile la collagenasi di Clostridium histolyticum, che scioglie la placca fibrosa e riduce la curvatura”
Abano Terme (Padova) – Dolore e difficoltà nell’erezione: sono i problemi a cui vanno incontro i pazienti affetti da malattia di La Peyronie, chiamata anche induratio penis plastica. Una patologia abbastanza diffusa, che colpisce circa un milione di persone in Italia, e che può manifestarsi nel maschio adulto a tutte le età, dai 25 agli 80 anni.
“Si assiste alla comparsa, sul pene, di placche indurative, sclerotiche, che causano disturbi di carattere algico, sia a riposo che in erezione”, spiega il dr. Angelo Porreca, Direttore dell’Unità Operativa di Urologia del Policlinico di Abano Terme, in provincia di Padova. “Le placche provocano una retrazione del pene e una curvatura, che può essere in senso laterale, dorsale o ventrale: questa curvatura può ostacolare i normali rapporti sessuali e può risultare fastidiosa o dolorosa anche per il partner. Inoltre, negli stadi avanzati della malattia compare un deficit di erezione, perché il sangue non arriva più in quantità sufficiente al pene”.
Una patologia che non ha una causa certa (probabilmente di tipo microtraumatico o immunitario), ma per la quale oggi è disponibile un trattamento semplice ed efficace: la collagenasi di Clostridium histolyticum (nome commerciale Xiapex), un enzima in grado di ammorbidire la placca e ridurre la curvatura. “Finché la placca è di dimensioni ridotte, non si hanno sintomi rilevanti e si possono somministrare antinfiammatori e integratori di vitamina E”, prosegue Porreca. “Nella seconda fase occorre evitare la retrazione del pene con il vacuum device, un dispositivo medico che agisce come una pompa del vuoto e favorisce l’apporto di sangue nei corpi cavernosi del pene. All’occorrenza sono utili anche i farmaci contro il deficit dell’erezione, ma si tratta comunque di presidi sintomatici”.
La terapia specifica per le curvature meno gravi – sottolinea l’urologo – è invece la cosiddetta “chirurgia chimica” con la collagenasi di Clostridium histolyticum, utilizzata anche per la malattia di Dupuytren, la causa più comune di deformità della mano. “In sole 2 o 3 applicazioni (iniezioni intraplacca), si assiste a una riduzione della curvatura e il paziente può recuperare una buona qualità del rapporto sessuale. Solo nei casi più gravi è necessaria la chirurgia per l’asportazione della placca, il raddrizzamento del pene ed eventualmente l’inserimento di una protesi, ma le iniezioni di collagenasi danno buoni risultati anche in combinazione con la chirurgia. È un grande passo in avanti, considerato che fino a due anni fa non era disponibile alcuna terapia specifica”, afferma il dr. Porreca, che è anche presidente dell’associazione UROP (Urologi Ospedalità Gestione Privata).
Gli urologi italiani dedicheranno un ampio spazio a questa nuova terapia nel corso del congresso nazionale, che si svolgerà a Salerno dal 24 al 26 maggio. “Uno dei vantaggi della collagenasi è che le persone affette da malattia di La Peyronie possono essere trattate ambulatorialmente”, conclude Porreca, che ha già somministrato la terapia a decine di pazienti. “L’ideale, però, sarebbe farlo prima che la placca diventi eccessivamente ampia”.